mercoledì 27 maggio 2009

Frequentabili


La plumbea cover firmata da Tony Lithgoe distilla al meglio l’essenza del nuovo album degli IQ. Un’oretta di prog rock ricco, dark e spumoso quanto una pinta di Beamish.
Il paesaggio sonoro ricorda i Genesis di “Wind & Wuthering”, con la chitarra strascicata e inquieta del solista a far la parte del leone. Ma i paragoni con il passato si fermano qui.
In trent’anni di avventure musicali, la band di Peter Nicholls è riuscita a distaccarsi dal modello originale per costruirsi un linguaggio proprio. Certo, si tratta di un linguaggio di maniera, un amalgama che fin dal primo ascolto denuncia modelli sfruttati fino all’osso. Ma in “Frequency”, maniera vuol dire anche stile, talento, professionalità impeccabile – tutte doti troppo elevate per dei semplici wannabees.
Dopo “The Wake”, “Ever” e “Subterranea”, e nonostante i cambi di formazione subiti nel corso della loro lunga avventura, gli IQ hanno scritto un’altra discreta paginetta di artigianato musicale.
Vale la pena di sintonizzarci le parabole.

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