lunedì 26 ottobre 2009

Il profumo del mostro selvatico


Fosse un disco, Nel paese delle creature selvagge, sarebbe "Nevermind" dei Nirvana.
Una produzione leccatissima ma scarna, senza il minimo orpello spettacolare, molto poco americana.
Solo basso, chitarra e batteria. Solo quiete e poi tempesta e poi quiete e poi tempesta e ancora quiete.
Con un sacco di cose gridate e un sacco di cose inespresse, e un'anima piccina picciò sporca di terra di moccio neve e foglie secche e lacrime che vaga di qua e di là.
Lo spettacolo, qui, non è sullo schermo, dove si gioca a chiudere ogni inquadratura su un primo piano strettissimo o a diluirla in ampie campiture gialle verdine marroncine blu o nere. Non nel flusso anticlimatico di un racconto che in originale sfiora le mille battute, e nella rilettura molto Carl Gustav Jung di Jonze ed Eggers spartisce fra i mostri selvaggi nomi funzioni e personalità. Né nel piccolo protagonista del film, che di fatto non recita, ma si fa benissimo i cazzi propri.
Lo spettacolo sta in quello che ti resta dentro dopo i titoli di coda. Una strana voglia di abbracci cioccolata calda e coperte rimboccate che continua a frullare a lungo nello stomaco, come un'eco lontana, come un rimpianto.
Chissà se ai piccoli piacerà.
A mamma e papà probabilmente sì.

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Non lo abbiamo visto ed il titolo non ci seduce - se fosse per noi, i film si presenterebbero con una stilettata ( per esempio ''Vertigo '') o con la tortura della goccia della Wertmuller anni settanta.
Noi siamo per la traduzione/tradimento, plaudiamo ''Il braccio violento della legge '' al posto di un incolore ''The French Connection '' e ci commoviamo per '' E' una sporca faccenda, tenente Parker ! '' che esplode un misero ''McQ ''.
Il signor Voglino non ha voluto esagerare ed ha scelto di non far pesare la sua cultura di cultore DC, omettendo che'' Nel paese delle creature selvagge'' riprende concetti di'' Stanley and his monster ''di Phil Foglio ( 1968 e mini del 1993 ) - nomen omen per un cartoonist - poi abilmente pervertiti nel cattivo del primo ciclo di GREEN ARROW di Smith/Hester.
Non è la prima volta che il lavoro di autori DC è portato al cinema, senza il consenso degli stessi e senza corresponsione delle royalties - e non ci riferiamo al celeberrimo caso degli Invisibles di Morrison ed al ciclo di Matrix, ma al Jonah Hex di Lansdale/Truman: il muso istoriato di cicatrici del cacciatore di taglie è servito da modello per quell'attore che interpreta il papà di Jack Sparrow ed assomigliava a Keith Richards.
Truman non ha ricevuto un euro dalla Disney o da Eurodisney ed ha dovuto disegnare una mini di Conan, ma è in causa con la Disney che sostiene che il Cimmero sembra uno Shrek rosa. Cattivi.