martedì 31 agosto 2010

L'importanza di chiamarsi Ron Currie, Jr.


Si chiama entusiasmo.
È quella cosa che ti viene quando qualcosa ti rivolta piacevolmente come un calzino, cambiando il tuo modo di guardare alla lettura. Se sei uno a cui piace leggere e hai più di venticinque anni, diventa un'emozione abbastanza rara.
Il che ci porta a Ron Currie, Jr. e alla sua opera prima, Ogni cosa è importante! (Mondadori, € 17,50). Gli strilli in cover lo paragonano a Vonnegut, ma con Vonnegut, Currie ha in comune solo un registro narrativo perennemente in bilico fra fantascienza, satira e dramma. La sinossi sui risvolti tira in ballo Donnie Darko: un paragone forzato, furbesco, fatto per convincere qualche fanciullo/a in fiore a sganciare i soldini per un libro che ha un titolo talmente understatement da passare tranquillamente inosservato. E invece, questo malloppo ha dentro tutto quello che serve per restituire il gusto della lettura anche a chi pensa di aver provato di tutto. Una trama solida, irrobustita da un gusto descrittivo maniacale ma mai fine a se stesso; personaggi lineari, ma allo stesso tempo più grandi della vita, cesellati fino all'ultimo tic; e uno stile di scrittura che abbina alla lucidità ossessiva del miglior Palahniuk la tenerezza del miglior Watterson. 345 pagine pesantissime, soprattutto considerando che è un romanzo d'esordio: forse, per chi ama la letteratura Made in Usa, c'è ancora speranza.

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Ero in un Wilde Club. Non dovrei parlarne perchè la prima regola del Wilde Club è non parlare del Wilde Club, ma so resistere a tutto meno che alle tentazioni e quindi parlerò.
Il W.C. è un posto in cui uomini e donne si ritrovano per scambiarsi aforismi da Oscar. I pavimenti sono coperti da libri e giornali che provocano l'abilità dialettica dei soci. Nessuno usa il suo vero nome, ma si cela, disvelandosi, dietro uno pseudonimo a tema .
Doriangrave ha preso in mano una bio di Sgarbi ed ha commentato che amare sè stessi è l'inizio di un idillio che dura una vita.
Enricovuoto ha sfogliato un vecchio manuale delle Giovani Marmotte ed ha commentato che ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno.
Io ho preso in mano il romanzo di Currie jr ed ho assicurato che non leggerò mai la storia di un tizio che si chiama Thibodeau perchè sembrano le ultime tre note di un pezzo sperimentale suonate da Depardieu nei primi 20 minuti di Green Card.
Era tanto per dire qualcosa: avevo un piatto di salatini in mano, tutti mi guardavano e non è vero, come disse il Tale, che la suspense è intollerabile per cui speriamo che duri.
Un signore algido, che conosco solo con il nickname di UnuomochiamatoErnesto, mi ha rivolto uno sguardo alla temperatura dello zero assoluto ed ha spiegato che, con un abito da sera ed una cravatta bianca, chiunque, anche un agente di cambio, può essere scambiato per una persona civile.
Sono uscito per la comune, con la coda del frac tra le gambe. Cattivi.